Una volta che si è configurato correttamente NIS sul server e sui client, bisogna essere sicuri che la configurazione sopravviverà al riavvio.
Vi sono due questioni separate da verificare: l'esistenza di uno script di init e la corretta archiviazione del nome di dominio NIS.
Nella vostra versione di Linux, è necessario controllare la directory degli script di init, solitamente /etc/init.d, /etc/rc.d/init.d o /sbin/init.d per essere sicuri che ci sia uno script di startup per NIS. Solitamente questo file è chiamato ypbind o ypclient.
Probabilmente il più grande problema che alcune persone hanno con NIS è assicurare che il nome di dominio NIS sia disponibile dopo un riavvio. Secondo Solaris 2.x, il nome di dominio NIS potrebbe essere inserito come una linea singola in:
/etc/defaultdomain |
Comunque, la maggior parte delle distribuzioni Linux sembra non utilizzino questo file.
A questo punto, l'informazione seguente è sapere come le varie distribuzioni Linux gestiscono l'archiviazione del nome di dominio NIS.
Caldera utilizza il file /etc/nis.conf che ha lo stesso formato del normale /etc/yp.conf.
Debian sembra seguire l'uso di Sun di /etc/defaultdomain.
Si crei o modifichi la variabile NISDOMAIN nel file /etc/sysconfig/network.
Si modifichi la variabile YP_DOMAINNAME in /etc/rc.config e poi si esegua il comando SuSEconfig.
Dalla versione 8.0 anche SuSE Linux segue l'uso di Sun di /etc/defaultdomain.